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Attraverso strumenti filosofici di interpretazione, il presente saggio indaga le ragioni del successo del cinema di Quentin Tarantino, concentrandosi sulla complessità teorica che categorie come quelle di simulacro, violenza, citazione e vendetta, assumono nel suo immaginario e nell'odierna produzione massmediale. Partendo da un'analisi attenta e puntuale di alcuni episodi significativi del cinema commerciale degli ultimi anni, per arrivare a considerazioni generali relative al ruolo e al valore che il cinema assume nella nostra epoca, Alessandro Alfieri propone un'analisi estetico-filosofica accurata di alcune delle più celebri pellicole del regista americano. "Kill Bill", "Death Proof", "Inglourious Basterds" e "Django Unchained" mettono in scena infatti il passaggio da un'estetica simulacrale all'irruzione della storia nella narrazione, ovvero l'approdo a una dimensione morale e critica in grado di liberare il regista dall'idea diffusa di essere solamente un cavaliere della postmodernità.